Che bello, essere un “Voice Artist”. Da alla mia professione quel qualcosa di figo, quel valore aggiunto che mi fa essere più fiero di fare questo lavoro.
Scherzi a parte, il termine “Voice Artist” lo usano gli inglesi e gli americani per definire gli speaker. Loro sì che si danno le arie, si definiscono “artisti della voce”. Eh sì, perchè ognuno di noi può essere un artista con la propria voce, sapendo usare le caratteristiche e le sfumature peculiari della vocalità a proprio vantaggio.
In questi giorni ho lavorato per una società estera che fa corsi di e-learning, ho inciso per loro la voce narrante di un videocorso sulla creatività legata al business. In verità non ho imparato niente di quello che già non sapessi, almeno apparentemente…però è stato bello avere un ruolo così importante in qualcosa che qualcuno ascolterà per apprendere; è bello sapere che io registravo, mandavo l’audio dall’altra parte del mondo, qualcuno lì mandava il mio lavoro al cliente finale e poi, solo dopo tutto questo giro riuscivo a sapere se era tutto ok.
E’ stato bello anche perchè era la prima volta che mi esprimevo in inglese parlando di problemi legati all’italiano e ai pessimi giri di parole imbroglia lingua a cui quel testo mi costringeva, su cui però ho avuto la meglio.
Immagino che solo chi fa questo lavoro possa capire la sensazione che ho provato nel rendermi conto di quanto possano essere le opportunità di lavoro grazie alla rete, e quanto si stia andando veloci verso una strada che porta verso un linguaggio unico e universale, verso un mondo in cui tutti siamo in grado di dialogare, di comprenderci. E’ stata un’esperienza fantastica, e da ora… sono un Voice artist!