La radio è considerata sempre piu’ un mezzo in decadimento, surclassato prima dalla TV e ora dai servizi di musica in streaming come Spotify, Deezer e simili.
Eppure, nonostante la scarsa considerazione del mezzo da parte di alcune persone la radio continua ad essere l’unico media in grado di veicolare informazioni ovunque ci si trovi e in qualsiasi circostanza, risulta essere infatti uno strumento particolarmente utile in caso, ad esempio di calamità naturali e in situazioni di emergenza.
Senza andare a parlare di situazioni critiche, la radio ha un valore aggiunto che i servizi di streaming che ho citato prima non hanno, ovvero la possibilità di intrattenere informando, con una voce che non solo annuncia e disannuncia i dischi ma esprime opinioni e trasmette utilizzando non solo la tecnica, ma anche facendo passare la propria personalità, che poi è cio’ che permette ad uno speaker radiofonico di distinguersi da un altro.
Sì, perchè nel condurre un programma radiofonico in diretta non si puo’ solo pensare a prendere le intro (parlare precisamente sulla parte strumentale delle canzoni), fare annunci e disannunci concisi ecc, ma è importante anche far passare le proprie conoscienze musicali e, soprattutto la propria personalità e il proprio modo di fare umorismo.
Credo infatti che una delle cose piu’ belle da ritrovare in uno speaker radiofonico sia l’imprevedibilità. In un programma di flusso si sa che generalmente gli interventi che contengono notizie e curiosità non dovrebbero superare il minuto e mezzo, e l’ascoltatore attento non faticherà a comprendere lo schema dei vari talk radiofonici, che bene o male hanno sempre lo stesso ordine e, in base alla radio sono strutturati in modo simile tra loro.
è lo speaker con la propria personalità che da un valore aggiunto a questo schema e rende l’ascolto molto piu’ gradevole, e anche per chi trasmette è sicuramente molto piu’ gratificante poter mettere in campo la propria creatività e non attenersi soltanto alle regole dettate dalla tecnica, o no?
Certo, è una cosa semplice a dirsi ma non troppo a farsi. Il segreto è sicuramente essere spontanei, parlare con un ritmo sostenuto e in modo corretto ma naturale. A mio avviso, per chi ascolta la voce dello speaker deve essere quella di un amico che parla alla radio, che ci consiglia e che ci sappia portare, con la sua vocalità e la sua personalità nel posto di cui sta parlando, fosse un isola sperduta o le isole Svalbard nel pieno dell’eclissi di sole a cui abbiamo assistito recentemente.
La bravura sta quindi nel riuscire a coniugare tecnica e personalità, cosa sicuramente non da poco. C’è chi ci riesce eccome, cio’ dimostra che questo è un obiettivo piu’ che raggiungibile, anche se ognuno di noi lo farà a suo modo. Tra gli speaker che mi piacciono di piu’ proprio per questa loro capacità ci sono Filippo Firli di RDS, e il mio amico Massimo Aresu di Radio Subasio, in onda nel weekend dalle 6 del mattino.
Se ne avete voglia ditemi anche voi i nomi dei vostri speaker nei commenti, confrontiamoci!