Quante volte contate sull’aiuto di qualcuno? Quante volte agite in buona fede convinti di trovare persone corrette? Io lo faccio spesso, e a volte sbaglio.
Oggi scrivo su questo blog toccando un argomento che mi ferisce profondamente: la poca predisposizione della gente ad aiutarti senza secondi fini.
Se avete una passione, un hobby, un lavoro che vi piace potete sicuramente capirmi: quando si parla di quell’argomento andate fuori di testa, siete curiosi, vogliosi di imparare; a me questo capita con la musica e con la radio, 2 passioni che al momento mi stanno dando da vivere. Per questa ragione immaginerete che appena qualcuno mi mette davanti un programma, una qualche forma di innovazione per poter lavorare meglio mi si accende il diesel nel cervello e molto spesso si sgonfia anche il portafogli, ma questo è un dettaglio.
Fino a qualche tempo fa la possibilità di lavorare con un multitraccia specialmente per un non vedente apparteneva solo all’immaginazione; in pochi anni si è passati da tecnologie hardware analogiche a tecnologie software, e l’arco di tempo era decisamente troppo breve perchè i disabili visivi si potessero adeguare immediatamente a cio’ che era il mondo dell’audio digitale.
Con il passare degli anni però ci siamo arrivati, e ora le cose che si possono fare sono veramente molte: con un software da 500$ circa come Cake walk Sonar il non vedente è in grado di creare, arrangiare e masterizzare un brano inedito, di mixare brani (seppur non in tempo reale), di montare programmi radiofonici post prodotti e di fare tanto altro, e questo grazie all’interfaccia tra le tecnologie assistive come lettori di schermo, sintesi vocali e barre braille e il programma stesso.
Per Jaws, il lettore di schermo più usato da chi non vede esistono degli script che dicono al lettore di comportarsi in modo diverso all’interno di una determinata applicazione, quale ad esempio Sonar. C’è qualcuno che si sbatte ogni giorno per rendere il programma accessibile nella maggior parte delle sue funzioni in modo del tutto gratuito, e ci sono non vedenti italiani capaci di farsi pagare una traduzione ben 300€ rielaborando semplicemente cio’ che è open source.
a in contrario, ma la chiarezza è fondamentale: la policy della maggior parte dei software open source prevede che se si crea un lavoro derivato da questi si debba avvertire il team di sviluppo, e in questo caso specifico cio’ non è stato fatto; e in più, come se non bastasse si è detto che gli autori erano stati avvertiti e che si trattava di un progetto di collaborazione con gli stessi.
Un progetto pubblicizzato sul sito legulab gestito da persone che, non appena incappano in qualcuno che si dimostra interessato ai “loro” lavori non tardano a spacciarsi come dei super programmatori quando invece hanno fatto una semplice traduzione e qualche modifica per far andare gli script per Sonar anche con versioni del lettore Jaws localizzate in italiano, sfruttando la voglia sfrenata di molti per commettere una truffa in piena regola.
Al signor Stefano Scala suggerisco di utilizzare modalità di guadagno oneste. La pubblicità negativa è brutta da scoprire, vedremo se Google indicizzerà abbastanza questa pagina e se questo business scorretto finirà una volta per tutte.