“Lavoro in radio”… “si, ma il lavoro vero?”Questo potrebbe essere l’inizio di un discorso tra voi ed un amico che non vedevate da tempo.
La domanda “che lavoro fai?” è classica, scontata direi. Ma quando rispondete “lavoro in radio” è praticamente ovvio che verrete etichettati come dei fancazzisti. Perchè?
La risposta a questo mio interrogativo esistenziale sembra non conoscerla nessuno, neppure persone che con la radio ci mangiano da tempo, che continuano a litigare con le loro mogli perchè… “trovati un lavoro serio” affermazione alla quale avrei voglia di rispondere “prova tu a interpretare il volere di un cliente che non ne sa a di pubblicità, a far stare un testo lungo in pochi secondi, a dare un senso alla frase più sgrammaticata, a non ridere difronte a certi strafalcioni, a rendere ogni professione la più nobile del mondo, poi vediamo!”
Quest’ultimo punto è uno dei più difficili, secondo me: negli spot locali il cliente si sbizzarrisce, vuole che sia nominato il nome della sua famiglia, il suo albero genealogico anche se non serve. E tu povero interprete dei suoi voleri devi affermare con convinzione quello in cui non credi, magari anche sorridendo.
Nei regionali e nei nazionali la situazione cambia, per fortuna i testi sono scritti da professionisti (non sempre, eh!) però diciamo che in quel caso lo speaker si salva un po’ di più.
Molti mi chiedono: qual è lo spot più stravagante che hai mai realizzato?
A parte quelli trash nati da discorsi / situazioni con amici, lo spot più stravagante è stato quello di uno… spazzacamino. Avevo risentito da pochi giorni uno dei brani della colonna sonora di Meri Poppins, è stato… quasi commovente!